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Sindaco del Comune di Varese

Assessore alla Famiglia e alla Persona del Comune di Varese

Segretario Generale del Comune di Varese

 

Oggetto: Varese Capitale del volontariato.

 

Egregi Signori,

siamo molto contenti che il Comune di Varese si sia mosso per raggiungere l’obiettivo di cui in oggetto.

È, come da noi più volte auspicato, doveroso che il Comune abbia a gloriarsi del qualificato  volontariato che ha la fortuna di possedere. È altrettanto importante  che le associazioni di volontariato abbiano a ricevere un proprio riconoscimento che rappresenta certamente un motivo ulteriore per incentivarne la missione. Oltre a provvedere al riconoscimento internazionale del proprio volontariato, il Comune dovrebbe revisionare conseguentemente il proprio comportamento verso le associazioni di volontariato. Queste debbono essere considerate qualificatori  dell’attività istituzionale e non dei nemici da tenersi lontani. Così è  per questo vedasi la nostra lettera in data 1 settembre 2015 e rimasta senza risposta malgrado fosse corposa in forma e in contenuti

Dicevamo in questa: “L’apparato di governo locale e la burocrazia comunale trattano le  Associazioni cittadine- e nello specifico la nostra  – quali  soggetti di una tenzone politica. Quasi fossimo soggetti a supporto dei partiti attualmente all’opposizione  -e che quindi fanno ostruzione – o  che hanno  scopi  illegali.

Proprio non ha ragione di essere un simile comportamento  irreale, antistorico e inutilmente emulativo.

Non facciamo una politica partitica. Neppure facciamo mobbing

Le Associazioni e, ancor più,  quelle ambientaliste sono da intendersi, invece, come dei collaboratori e, come tali, vanno intesi e trattati.

La Legge disciplina questo aspetto in modo molto chiaro.

Fuoriusciamo dalle regole amministrative – dal procedimento – ed entriamo in quelle che attengono i rapporti sociali. Per intenderci,   alle regole che attengono a  quei  rapporti sociali  che in maniera specifica riguardano il palazzo e la società civile in materia di tutela dell’ambiente  e dell’interesse da questa (la società civile) dimostrato  ovvero  conosciuto dallo stesso palazzo.

Mi rifaccio alla Convenzione di Àarhus  e ai  primi tre articoli del Testo unico in materia ambientale  -commi compresi.

Cosa intendo dire: forse che l’interessato possa decidere il da farsi ogni volta che vuole?

No!

L’interessato deve essere informato dal palazzo e poter fornire il proprio parere per la decisione finale dell’assemblea politica che ha vinto le elezioni politiche.

Occorre venga promosso un  processo di riappropriazione della gestione del territorio e degli organismi cui esso compete, attraverso la partecipazione della società civile, delle istanze di base e delle rappresentanze istituzionali, secondo i principi della convenzione di Àarhus. È l’esigenza di compiere il decisivo passaggio “dalla necessità di partecipare al diritto di partecipare”,in cui diviene centrale l”‘affermazione dei principi di Àarhus”, a partire da un “dibattito pubblico che sia antecedente a qualsiasi atto amministrativo”. In questa tendenza evolutiva si apre anche la riflessione culturale, oltre che politica, sulle possibilità di creare nuove istituzioni territoriali, oltre la dimensione del pubblico statuale e del privato messo a profitto: nuovi spazi pubblici di autodeterminazione delle cittadinanze, proprio a partire dall’attenzione nei confronti dell’ambiente, come occasione per una trasformazione antropologica, per un modello sostenibile di coesistenza. Tanto più in un ambito assai delicato come quello della gestione di un bene che è  Patrimonio dell’umanità  Unesco, dove risulta fondamentale la realizzazione di un circuito virtuoso tra informazione, conoscenza, consapevolezza dei singoli, comportamenti della società civile e relazione con le istituzioni locali, i tecnici competenti in materia, consulenti, amministratori imprese del settore. Tant’è che proprio “sull’avvio della gestione di un Parimonio Unesco  nell’ambito di un sistema integrato di gestione” diviene decisivo il “coinvolgimento delle associazioni di categoria, del volontariato, del non profit”, per farli partecipare direttamente, come soggetti attivi e co-protagonisti,  anche come occasione di crescita civile di un territorio e delle sue cittadinanze .

Non è  plausibile, in questo senso, che il Palazzo, invece, decida in proprio  bellamente infischiandosene dell’interesse dimostrato da un cittadino ovvero da un gruppo di cittadini organizzati.

Non è giusto,  perciò, non rispondere alle lettere inviate   dalle Associazioni appartenenti alla Società civile. Non è giusto  indire gare di  appalto senza prima sentire gli interessati . Non è giusto che si intrattengano  da parte del Comune rapporti con terzi  -nel caso specifico,  parliamo della Soprintendenza archeologica – a insaputa della società civile.

Vuole forse dirmi e che per sentire il parere dei terzi interessati,  tramite una specifica comunicazione, si allungano i tempi per risolvere un problema  sociale ?

15 giorni in più certamente  non possono rappresentare un problema ed eviterebbero  la nascita di tante polemiche.

È secondo Lei rispettoso della  vigente Costituzione che, ora, una Associazione di cittadini, in Comune di Varese, debba ridursi a fornire il proprio parere (nel nostro caso, riconosciuto importante  anche dalla Legge istitutiva del Ministero per l’Ambiente) a cose abbondantemente fatte e previa  solo informativa da parte dei quotidiani locali? Detto tutto ciò, siamo chiaramente molto lieti che il Centro Gulliver abbia preso in carico la gestione del ristorante sull’Isolino. Contiamo che questo affidamento possa preludere a quello che per noi più  conta  e cioè la valorizzazione del patrimonio archeologico dei laghi della provincia di Varese. Avremmo voluto preparare, d’intesa con il Comune la gara di appalto per la gestione del ristorante sull’Isolino.

Allo stesso modo avremmo voluto preparare di intesa con il Comune le gare  di appalto per la gestione degli impianti sportivi in Villa Toeplitz, la gara di appalto per la messa in sicurezza del fiume  Olona e del fiume  Vellone. Vorremmo in futuro, per favore, essere partecipi di tutte le gare che il Comune farà vertenti  in materia ambientale. E questo, chiaramente, sempre, però, che il da farsi venga stabilito prima della  indizione  della  gara  di appalto e non dopo.

Abbiamo  contattato,  favorevolmente, il professore Leonardo Salvemini, dal Comune di Varese ben conosciuto come legale e docente universitario, per poter tenere, per conto della nostra Associazione,  un corso di diritto ambientale per il personale e i politici del Comune di Varese. Questa, mi sembrerebbe una buona iniziativa che, se trovasse accoglimento da parte Sua, consentirebbe, una volta realizzata, a noi e ai tenitori della pubblica istituzione, di poter finalmente parlare un medesimo linguaggio.

Una siffatta  iniziativa realmente rivoluzionaria, consentirebbe anche un riavvicinamento del corpo sociale  alla cosa pubblica, che non sarebbe più una enclave impermeabile, irraggiungibile  e vaporosa.

La  istituzione sarebbe, allora, lo strumento appropriato  perché il  realizzare un interesse sociale possa anche coincidere con il perseguire un interesse personale.  In questo modo, ciascuno potrà  godere del territorio come se fosse il  proprio giardino. È questo il campo davvero aperto di ripensamento della gestione e amministrazione del territorio, che incrocia l’affermazione di “nuove esigenze”e la sperimentazione materiale di inedite forme di partecipazione, soprattutto a partire dalle questioni ambientali, in una “società del rischio”. In questa –  che è la nostra certa società –  il rischio dovrebbe essere inteso “come regola” – e soprattutto come preoccupazione e cura costante degli ordinamenti positivi”, sicché il “principio di precauzione” dovrebbe divenire una “strategia strutturata del controllo del rischio”. Perciò rimane centrale la “necessità di garantire il più possibile una consultazione “pro-attiva” del pubblico, prima che siano assunte le decisioni, e di adeguare le procedure decisionali per favorire la partecipazione dei cittadini”. Anche e soprattutto per dare una inedita composizione ai possibili conflitti tra istituzioni e cittadinanze in materia ambientale, in cui lo spazio delle contestazioni alle scelte politico-amministrative su opzioni che riguardano la gestione del territorio, non sia sacrificato alla neutralizzazione delle procedure, né represso nella impermeabilità delle istituzioni di governo.
Avvocato Fontana, mi segua.”

Egregi Signori, imparate allora a trattare il volontariato con maggiore simmetria sia nei rapporti con lo stesso, sia nei rapporti con terzi che abbiano al centro il volontariato stesso.

Il Comune, per spiegarci, non  può utilizzare una misura quando deve rispondere ad una lettera e un’altra quando deve chiedere un riconoscimento europeo.

Facciamo presente anche come non abbia assolutamente significato utilizzare differente  misura nei rapporti con parti diverse del terzo settore. In considerazione del fatto che l’Assessore alla Famiglia e alla Persona ha già mantenuto (come il Sindaco)  rapporti  di collaborazione con la nostra Associazione, questi avrebbero dovuto chiamarci a far parte del progetto di cui in oggetto fin dall’inizio.

Attendiamo una cortese risposta

 

 

Varese, 14 Ottobre 2015                                                                      Il Presidente

Arturo Bortoluzzi